Archivio mensile:marzo 2013
Vendita di beneficenza
Sono felice che mi sia stata data la possibilità di aiutare gli ospiti del Canile di Montecontess e continuerò a farlo sempre, pur consapevole che non sarò mai in grado di restituire tutto l’amore che due di loro mi donano quotidianamente. Continua a leggere
Corpo di carta
Diciannove Carezze – estratto dal racconto “La fine e l’inizio”
“Il mercato era gremito di persone e lui lo attraversava come si attraversa una tempesta di sabbia. Piano piano la gente divenne sempre più gentile e divenne anche colorata e ricca di odori, quasi un’esperienza senza dolore, semplicemente gente che compra frutta, verdura, carne, pane, e poi paga e prima di pagare parla e si sorride. A volte si spinge e si manda a quel paese. Gente”.
Diciannove Carezze – estratto dal Racconto “Piccola Via”
Le altre mattine sta zitto. A volte passa qualcuno. Altre no. A volte saluta chi passa. Altre no.
Per lo più la stradina a quell’ora respira ancora il sonno pesante della notte. I suoi abitanti tentano di scrostare le ciglia impastate e di muovere la bocca amara. Il resto è luce che spinge via la notte. Il resto sono gatti e panifici. Il resto è resto.
Diciannove Carezze – Tratto dal racconto “Mezz’ora”
Diciannove Carezze – Tratto dal racconto “Mezz’ora”
“Oggi è proprio primavera e dalla finestra, adesso, mi godo le nuvole e ci faccio quello che voglio. Le prendo e le giro. Le apro. Le strizzo. Le deformo e le mordo.
Con le dita come pennarelli e matite ridisegno tutto quello che c’è fuori e ci metto anche il suo viso lì in mezzo, con un po’ di petali che scendono e un goccio di vento in più perché oggi c’è poco vento ma a me piace quando è forte. Mi fa ridere il vento”.
Dalla raccolta di racconti Diciannove Carezze: “leggimi una storia”
“La stanza gira e gira fortissimo come una giostra infelice, felice, stordita, impazzita, disonesta e maledetta. Tutto gira e solo Sara è ferma e vede Miro che si pente di non essere dentro quel libro, adesso, mentre guarda le pareti che improvvisamente crollano senza respiro, insieme a lui che grida quella seconda parola”
Dalla raccolta Diciannove Carezze – estratto del racconto “Diciannove Carezze”
“Non la più bella ma quella più intensa; quella
che si possa dipingere con diciannove pennellate esatte.
Il pezzo di vita che più assomigli ad una mano
che accarezza una guancia per diciannove volte.
La pace che si siede ad aspettare tra le braccia”.
Diciannove Carezze – di cosa si tratta?
I sentimenti tutti e le sensazioni, forti, sotterranee, inconfessate circolano come sangue capillarmente, nelle arterie dei diciannove racconti, nelle diciannove schegge di realtà, nelle diciannove vite, quante sono quelle dei protagonisti della raccolta.
Diciannove carezze è un viaggio sulla superficie di un pallone da mare dove lo sguardo percorre l’orizzonte colorato per poi tuffarsi, improvvisamente, laddove s’annida l’anima, è un topo che conosce le vie alternative che conducono nelle piazze dove si riuniscono i difetti e le peculiarità degli esseri umani, è un viaggio negli sguardi altalenanti e struggenti della gente comune e dei comuni sapori.
Sì perché Diciannove carezze parla di esseri umani con la loro inarrestabile imperfezione, con i loro piedi posati sui vicoli lastricati, sinceri e odorosi di una città di mare e sale; il sale che si attacca alle tende e che si ferma dentro le narici a ricordarci che abbiamo bisogno di respirarlo quel mare.
Un bambino che perde, a poco a poco la capacità di riconoscere le parole, un figlio che scrive una lettera al padre, un uomo e una donna che inconsapevolmente ritornano nello stesso mare dove molti anni prima si erano amati, un pittore che dipinge ogni immagine con diciannove pennellate, tre adolescenti a bordo di una macchina rubata, l’amore impreciso tra un uomo e una prostituta, questi e altri personaggi vivono le loro naturali e a volte, intricate esistenze, noncuranti dell’esistenza del racconto dopo. Un privilegio, questo, dato solo al lettore.